Tappero Merlo

Ho voluto ripartire dalle mie radici.

La mia infatti è stata una famiglia contadina che, per tradizione locale, era dedita da generazioni alla viticoltura. Anch’io però, come tantissimi canavesani, sono stato contaminato dalla tecnologia, che qui aveva un nome, Olivetti e un luogo che rappresentava l’avanguardia italiana dell’informatica, Ivrea. Dopo un’importante esperienza imprenditoriale nel mondo del software, nel 2001 ho deciso di dedicarmi ad una nuova avventura sempre nella mia terra, ripiantando i vigneti di famiglia, acquistandone altri e destinandoli alla sperimentazione dell’Erbaluce.

Desideravo che questo vitigno fosse il mio compagno di viaggio, valorizzandolo, facendolo conoscere, diffondendone la sua incredibile storia.

Da queste premesse parte la mia personale battaglia di valorizzazione dell’Erbaluce.

La mia opera è stata quindi quella di ricomporre il puzzle dei ricordi, attraverso documenti dell’epoca e comunicarlo.

Dedico quindi molto del mio tempo a conferenze in cui racconto la nostra storia, collaboro con fondazioni, faccio delle docenze in master universitari nei quali insegno Comunicazione del Vino e dei Territori. Ogni occasione è quindi per me un’opportunità per parlare del mio Canavese e far conoscere l’Erbaluce.