Cantina della Serra

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      Imprenditore, politico, sociologo. Adriano Olivetti ha sempre messo al primo posto la sua patria, il Canavese. Mentre con un occhio seguiva la crescita dell’azienda di famiglia (la storica Olivetti, industria delle macchine da scrittura) con l’altro guardava il territorio: “L’economia di un territorio non può basarsi esclusivamente sull’industria ma devono coesistere economie alternative”.

      Adriano Olivetti era consapevole dell’importanza dell’agricoltura come risorsa del territorio e ancor di più come strumento per la conservazione del paesaggio e per questo non doveva in nessun modo spopolarsi. Occorreva un piano per mantenerla efficiente e remunerativa. Ed ecco che in questo progetto prese vita la Cantina della Serra. Nel 1952 vennero avviati i primi contatti con i viticoltori Piveronesi cosi che La Cantina venne ufficialmente costituita il 10 maggio 1953. 99 soci arditi con un’idea in testa: vivere di viticoltura in una terra di industrie.  Nel 1957 diventarono già 617 soci, nel 1961 toccarono un picco di 1018 diventando un punto di riferimento per la produzione di vino in tutto il nord Piemonte. Questo traguardo, oltre per la crescente produzione, arrivò anche per la testardaggine di un uomo che, spinto da Olivetti, guidò la cantina per moltissimi anni: Vittorio Boratto. Un innovatore ed avanguardista oltre che gran lavoratore; grazie a Vittorio la cantina si sviluppò in tecnologia enologica oltre che viticola perfezionando anno dopo anno la filiera del vino. Uno dei risultati più importanti fu senza dubbio la collaborazione con tutte le cantine canavesane per la nascita di una delle più importanti Denominazioni di Origine Controllata italiane: l’Erbaluce di Caluso, primo disciplinare di un vino bianco in Piemonte, tra i primi in Italia: correva l’anno 1967. All’Erbaluce (Passito, Spumante, Secco) si aggiunsero Nebbiolo e Barbera grazie ai quali oggi possiamo produrre oltre 30 etichette diverse.


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